Lupo inseguito da uno sciatore sulle piste da sci,l'Enpa presenta una denuncia: “Non è un episodio isolato”
“Ci appelliamo al Corpo Forestale del Trentino affinché sia fatto il possibile per trovare l’animale e sincerarsi delle sue condizioni, assicurando che gli siano fornite tutte le cure necessarie” spiega l’Ente Nazionale Protezione Animali
TRENTO. Maltrattamento e uccisione di animali. Sono queste l’ipotesi di reato (articolo 544 ter e 544 bis) contenute nella denuncia contro ignoti che l’Ente Nazionale Protezione Animali ha presentato alla Procura di Trento in seguito al folle inseguimento di cui è stato vittima un lupo, braccato da uno sciatore sulle piste della Val di Fiemme
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Le immagini parlano chiaro e sono tristemente eloquenti. Ancora una volta mostrano quanta poca cultura del rispetto e più in generale quanto lontani siano certe persone dal conoscere e dal comprendere il comportamento della fauna selvatica. Il lupo si è, evidentemente, sentito braccato dall'essere umano che scendeva a grande velocità sulla pista con gli sci ai piedi ed ha cercato il modo di fuggire salvo finire per sbattere a grande velocità contro le reti contenitive che costeggiano la pista.
A destare preoccupazione sono soprattutto le condizioni di salute del povero lupo, che potrebbe essere rimasto ferito – anche gravemente – in seguito all’impatto. “Ci appelliamo al Corpo Forestale del Trentino affinché sia fatto il possibile per trovare l’animale e sincerarsi delle sue condizioni, assicurando che gli siano fornite tutte le cure necessarie”, ha affermato Enpa.
Intanto, la denuncia presentata dall’associazione dovrebbe dare impulso alle attività di indagine, permettendo di arrivare all’identificazione dello sciatore che rischia una condanna per maltrattamento di animali (reclusione da 3 a 18 mesi, o multa da 5 mila a 30 mila euro), ma la sua posizione potrebbe aggravarsi. Infatti, spiega in una nota l'associazione se l’animale dovesse morire a causa delle ferite riportate nell’impatto, l’inseguitore potrebbe essere condannato anche per uccisione di animali (reclusione da 4 a 24 mesi).
“Quanto accaduto in Val di Fiemme non è purtroppo un episodio isolato. Sono ormai numerosissimi i casi di animali selvatici, lupi e orsi soprattutto, inseguiti da automobili, foraggiati o attirati per scattare selfie, uccisi con trappole, presi a fucilate. E evidente che, proprio a causa dei nostri comportamenti scellerati, siamo noi a costituire un pericolo per i selvatici e – prosegue Enpa – non loro per noi. Per questo è fondamentale che non venga assolutamente declassato il livello di protezione accordato a queste specie dalle norme nazionali ed europee. E che venga fermato ogni tentativo della PAT di autorizzare per legge gli spari contro orsi e lupi”.
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