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Monica Guerritore: "Nel volto di Anna Magnani tutta la forza della verità"

Monica Guerritore:
Da: Girovagando Pubblicato In: Giugno 04, 2025 Visualizzato: 120

Monica Guerritore: "Nel volto di Anna Magnani tutta la forza della verità"

L’anno prossimo, saranno passati settant’anni da quel 21 marzo 1956: la notte in cui Anna Magnani vinse l’Oscar per il film La rosa tatuata. Quell’Oscar che nessuna attrice italiana aveva mai vinto, e che consacrava l’attrice più grande, intensa, drammaticamente vera che il cinema italiano abbia avuto. Quella notte diventa ora un film, Anna. Lo sta girando in questi giorni a Roma Monica Guerritore, nella triplice veste di autrice, regista e protagonista. Con Tommaso Ragno nel ruolo di Roberto Rossellini, e la figlia Lucia Lavia nel ruolo della Bergman.

Monica, che Anna Magnani racconta?

"Parto proprio dalla notte degli Oscar. Anna non è andata a Los Angeles, è a Roma. E invece di aspettare accanto al telefono nero, scende in strada. Una donna che cammina nelle strade di Roma, fra i gatti e Campo de’ Fiori deserta. Fino all’alba, a piazza del Popolo, quando la gente si entusiasma e le grida che ha vinto l’Oscar".

Un trionfo senza precedenti… "Sì. Ma anche, paradossalmente, l’inizio del suo declino. Da quel momento, fece meno film, rimase quasi ai margini".

Perché? Si è data una risposta?

"In qualche modo, era diventata ingombrante. Il suo stesso talento era diventato impegnativo".

Quanto è stato difficile mettere in piedi il progetto?

"Molto. Ci abbiamo messo anni, per arrivare fin qui. Sono diventata anche coproduttrice del film con una piccola società, Lumina; Rai cinema ci ha sostenuto, il ministero della Cultura ha riconosciuto al film l’interesse culturale, e abbiamo trovato il sostegno della leggendaria sartoria Tirelli. Infine, abbiamo trovato un distributore di qualità, Notorious. Ho scritto il testo, l’ho letto a teatro, con risposte entusiasmanti. E abbiamo completato la sceneggiatura insieme a una persona fantastica come Andrea Purgatori, il giornalista e scrittore di immenso talento a cui il film sarà dedicato".

Tommaso Ragno interpreta il regista che consegnò Anna alla storia con Roma città aperta, e anche uno dei grandi amori della sua vita: Roberto Rossellini…

"Racconto il loro ritorno dal festival di Cannes, dove avevano vinto proprio con Roma città aperta, che Anna aveva contribuito a scrivere, anche se nessuno gliene ha dato credito. Metto in scena il loro ritorno, in macchina, con la palma d’oro che spunta dalla tasca di Rossellini mentre guida".

Nella loro vita poi irrompe Ingrid Bergman. Chi la interpreta?

"Lucia Lavia, figlia di Gabriele e mia. Lucia, che ha vinto il premio Eleonora Duse a teatro, somiglia alla Bergman in maniera impressionante. Anche se non si tratta, nel film, di imitare, ma di evocare quei personaggi. Io non imito la Magnani, ma cerco di restituirne lo sguardo".

Euforia e depressioni: fra i due poli si gioca la vita di Anna.

"Ha avuto grandi gioie, ma anche grandi delusioni. Come quella legata a Pier Paolo Pasolini, che la rinnegò dopo averla avuta come protagonista di Mamma Roma".

Che cosa ci insegna oggi Anna Magnani?

"Ci offre l’idea di una femminilità nuova, che lei non riuscì del tutto a imporre, perché fu travolta dall’estetica della giovinezza. Lei aveva la forza della verità nel volto. Il mio sarà anche un film politico: sulla forza di una donna sola, che viveva del suo talento, senza un produttore al suo fianco".

Come racconterebbe, in una parola, Anna Magnani?

"Era una matta, non era cupa come spesso la dipingono. “So’ allegra, esse’ la Magnani me diverte da morì!“, confessava a Oriana Fallaci. Era anche molto spiritosa. Alla governante in fin di vita, che implora “Signora Anna, nun me fate anda’ in ospedale…“, risponde: “Ma secondo te? Ci ho tenuto il cane, a morì qui, mo’ te caccio proprio a te?“ Ecco, Anna era anche questo. Un misto imprescindibile di dramma, empatia e ironia".

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