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Rita Pavone

Rita Pavone
Da: La foto del giorno Pubblicato In: Luglio 21, 2025 Visualizzato: 41

Rita Pavone


Rita Pavone nasce il 23 agosto 1945 a Torino: il suo debutto avviene al Teatro Alfieri,
nel capoluogo piemontese, nel 1959 in occasione di uno show per bambini chiamato
"Telefoniade", organizzato dalla Stipe, società telefonica del tempo. Per la prima volta
davanti al pubblico, si esibisce nell'interpretazione dei brani di Al Jolson "Swanee" e di
Renato Rascel "Arrivederci Roma". Negli anni successivi, sale sul palco in diversi locali
della città come il "Principe", l'"Hollywood Dance", "La Perla", "La Serenella" e l'"Apollo
Danze", venendo soprannominata "la Paul Anka in gonnella", visto che il suo repertorio
attinge soprattutto alle canzoni dell'artista canadese. 



Nel 1962 prende parte alla prima edizione del "Festival degli sconosciuti" di Ariccia,
manifestazione patrocinata dal cantante Teddy Reno: egli diventa in breve tempo il
pigmalione di Rita, ma anche il suo compagno (si sposeranno sei anni più tardi tra le
polemiche, dovute alla differenza di età tra i due e al fatto che l'uomo è già padre di un
figlio e sposato civilmente). Rita vince il festival e si guadagna un provino con la RCA
Italiana: provino superato cantando alcuni brani di Mina. Dal suo esordio a livello
nazionale alla fama il passo è molto breve: merito di singoli di successo come "Sul
cucuzzolo", "La partita di pallone" (entrambe scritte da Edoardo Vianello), "Come te
non c'è nessuno", "Alla mia età", "Il ballo del mattone", "Cuore" (versione italiana di
"Heart", hit americana), "Non è facile avere 18 anni", "Che m'importa del mondo" e
"Datemi un martello", cover di "If I had a hammer".

Nel 1964, la Pavone viene chiamata a interpretare "Il giornalino di Gian Burrasca",
sceneggiato televisivo diretto da Lina Wertmuller e tratto dal famoso romanzo di
Vamba, musicato da Nino Rota. La sigla di questo prodotto è "Viva la pappa col
pomodoro", brano destinato a scavalcare i confini nazionali nelle versioni inglese ("The
man who makes the music"), tedesca ("Ich frage mainen papa") e spagnola ("Que ricas
son le papasin"). Finita addirittura nel saggio di Umberto Eco "Apocalittici e integrati",
vince nel 1965 il "Cantagiro" con la canzone "Lui", cui fanno seguito hit famose come
"Solo tu", "Qui ritornerà", "Fortissimo", "Questo nostro amore", "Gira gira", "La zanzara"
e "Stasera con te", sigla di "Stasera Rita", programma tv diretto da Antonello Falqui; nel
1966, invece, incide "Il geghegè", sigla di "Studio Uno".

L'anno successivo Rita vince nuovamente il "Cantagiro" con il brano scritto da Lina
Wertmuller e Luis Enriquez Bacalov "Questo nostro amore", colonna sonora della
pellicola "Non stuzzicate la Zanzara"; partecipa, inoltre, ai film "La Feldmarescialla" e
"Little Rita nel West", al fianco di Terence Hill. La sua popolarità in quel periodo
supera i confini nazionali: viene invitata per cinque volte nella trasmissione della Cbs
"Ed Sullivan Show", negli Stati Uniti, e si ritrova sul palco al fianco di artisti come Ella
Fitzgerald, Duke Ellington, Marianne Faithfull, The Beach Boys, The Supremes, The
Animals e addirittura Orson Welles. 



Tra le date indimenticabili c'è il 20 marzo del 1965, quando Rita si esibisce in concerto
nella Carnegie Hall di New York. Con la Rca Victor Americana pubblica tre dischi, che
vengono distribuiti in tutto il mondo: "The International teen-age sensation", "Small
wonder" e "Remember me". Ma il successo della cantante piemontese arriva anche in
Francia, grazie a "Coeur" e "Clementine Cherie", colonna sonora dell'omonimo film con
Philippe Noiret. Oltralpe, però, le soddisfazioni maggiori arrivano grazie a "Bonjour la
France", scritto da Claudio Baglioni, con oltre 650mila copie vendute. Mentre in
Germania i suoi 45 giri compaiono spesso nelle classifiche dei dischi più venduti
("Wenn Ich ein Junge War" vende da solo più di mezzo milione di copie), e "Arrivederci
Hans" arriva addirittura al primo posto, Argentina, Giappone, Spagna, Brasile e Regno
Unito sono altri Paesi in cui il mito di Rita Pavone si impone: nella terra di Albione
soprattutto grazie a "You only you", che le spalanca tra l'altro le porte di programmi tv
in cui compare al fianco di Cilla Black e Tom Jones, con la Bbc che le dedica addirittura
uno speciale chiamato "Segni personali: lentiggini".

Il matrimonio con Teddy Reno del 1968, tuttavia, pare produrre un effetto piuttosto
destabilizzante rispetto alla carriera della Pavone: da adolescente sbarazzina ma
rassicurante, diventa una giovane donna che si unisce in matrimonio a un uomo più
vecchio di lei e già sposato. Complice l'interesse della stampa scandalistica, che riporta
le vicende relative alla separazione dei suoi genitori, il personaggio di Rita appare in
discussione. Lasciata la RCA, la cantante approda alla Ricordi, con cui incide canzoni
per bambini che passano inosservate. Nel 1969 arriva al Festival di Sanremo, ma il suo
brano, "Zucchero", non supera il tredicesimo posto.

Diventata mamma di Alessandro,
suo primogenito, Rita viene imitata da Sandra Mondaini a "Canzonissima", mentre suo
marito non gradisce l'imitazione a "Doppia coppia" di Alighiero Noschese. Anche per
questo motivo, le sue apparizioni in tv si diradano.

Il rilancio arriva negli anni Settanta, con i brani "Finalmente libera" (cover di "Free
again" di Barbra Streisand) e con "Ciao Rita", speciale sul piccolo schermo in cui l'artista
canta, presenta, imita e balla. Partecipa, con "La suggestione" (scritta da Baglioni), a
"Canzonissima", e torna a Sanremo nel 1972 con "Amici mai". La seconda metà del
decennio regala successi come "...E zitto zitto" e "My name is Potato", sigla della
trasmissione con Carlo Dapporto "Rita ed io". Molto più sfortunata la partecipazione a
"Che combinazione", show in onda sul secondo canale in prima serata, a causa dello
scarso feeling con l'altro conduttore Gianni Cavina: il programma, comunque,
guadagna dodici milioni di spettatori di media e si avvale delle sigle "Mettiti con me" e
"Prendimi", realizzate dalla stessa Pavone.

Negli anni Ottanta, la cantante insiste sul proprio ruolo di cantautrice con "Rita e
l'Anonima Ragazzi" e "Dimensione donna", mentre la sua canzone "Finito" diventa la
sigla di "Sassaricando", soap opera in onda in Brasile su Tv Globo. Nel 1989 esce
"Gemma e le altre", il suo ultimo disco di inediti. Da quel momento, Rita si gode un
meritato riposo, alternato a numerose partecipazioni teatrali: veste i panni di Maria
nella "XII Notte" di William Shakespeare, al fianco di Renzo Montagnani e Franco
Branciaroli nel 1995, e di Gelsomina ne "La strada", al fianco di Fabio Testi nel 1999.

Nel 2000 e nel 2001 su Canale 5 conduce "I ragazzi irresistibili", varietà musicale che
vede protagonisti anche Maurizio Vandelli, Little Tony e Adriano Pappalardo, in
occasione del quale ha l'opportunità di duettare, tra l'altro, con Josè Feliciano e Bruno
Lauzi: sempre sulla rete ammiraglia Mediaset, è protagonista di "Giamburrasca",
spettacolo teatrale in cui interpreta Giannino Stoppani, al fianco di Ambra Angiolini,
Katia Ricciarelli e Gerry Scotti. 

Nel 2006, ufficializza a "L'anno che verrà" la decisione di
ritirarsi a vita privata, esibendosi in pubblico per l'ultima volta e si candida per la
Circoscrizione Estero (visto che vive in Svizzera, Paese di cui ha anche la cittadinanza)
alle elezioni per il Senato nella lista di Mirko Tremaglia "Per l'Italia nel mondo".
Torna a esibirsi il 6 ottobre del 2010 con Renato Zero, in concerto a Roma, in occasione
del sessantesimo compleanno del cantautore romano, cantando tra l'altro "Fortissimo",
"Mi vendo" e "Come te non c'è nessuno". Nel 2011 riceve il premio "Capri Legend
Award 2011", nel corso della sedicesima edizione di "Capri - Hollywood International
Film Festival".

Torna a cantare sul palco dell'Ariston al Festival di Sanremo 2020, dopo 48 anni di
assenza: la canzone si intitola "Niente (Resilienza 74)".

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