Ilona Staller
Ilona Staller
Nata a Budapest in Ungheria il 26 novembre 1951, Elena Anna Staller è la figlia
irreprensibile di una tranquilla famiglia di alti funzionari e esponenti del ceto colto e
riflessivo del suo paese. Il padre lavorava al ministero dell'Interno mentre la madre
esercitava la professione di ostetrica.
La futura attrice pornografica al principio sembra voler seguire le orme materne ma le
cose non andranno esattamente come sperato dai bravi genitori.
Dopo un breve amore per l'archeologia (per breve tempo frequenta l'università),
comincia a muovere i primi passi nel mondo della moda. Posa per un'agenzia
fotografica di Budapest, la "Mti", che gestisce le migliori cinquanta modelle ungheresi e
viene subito notata per la straordinaria quanto accattivante bellezza. Non ancora
ventenne, viene incoronata Miss Ungheria.
Nel 1974 Ilona Staller decide di abbandonare il proprio paese per trasferirsi in Italia.
L'obiettivo è quello di affermarsi come fotomodella. Un traguardo che si dissolve
quando incontra Riccardo Schicchi, autore, produttore e regista di film pornografici,
vero guru del settore.
Con Schicchi conduce inizialmente "Voulez-vous coucher avec moi" un programma
notturno dell'emittente radiofonica Radioluna, ed è proprio qui che nasce il mito di
Cicciolina. Durante la trasmissione la provocante ragazza aveva l'abitudine di chiamare
i suoi interlocutori radiofonici con il termine di "cicciolini": sarà Maurizio Costanzo il
primo a rovesciare su di lei l'appellativo.
La trasmissione, in onda dalla mezzanotte alle due, diverrà un fenomeno senza
paragoni, seguita da migliaia di fan disposti a fare le ore piccole pur di seguirla.
Ormai da tutti ribattezzata Cicciolina conquista le copertine di tutti i giornali: "la
Repubblica", "Oggi", nonché il primo servizio nudo sul settimanale "L'Europeo". Dalla
grande stampa ai rotocalchi, da Enzo Biagi a Costanzo tutti si occupano di Ilona Staller
che nel frattempo inaugura una sua carriera cinematografica: il primo vero e proprio
film si intitola "Cicciolina amore mio". Una pellicola poco hard che si rivelerà un
fallimento.
Con Schicchi realizza allora un nuovo film "Telefono rosso", molto più spinto: sarà un
record di incassi.
Diventerà in breve una vera regina del porno, lavorando con gli artisti più conosciuti,
da Moana Pozzi ("Cicciolina &Moana ai Mondiali", 1987) a Rocco Siffredi ("Amori
particolari transessuali", 1992).
Ma la vera novità per Cicciolina è la candidatura alle politiche del 1987 nel partito
radicale di Marco Pannella con la lista del Partito dell'amore. Viene eletta con 22.000
preferenze, seconda solo al leader radicale.
È l'apice del successo non solo della Staller ma anche di Riccardo Schicchi che è il deus
ex machina di tutta l'operazione.
La storia tra la diva e il producer cade a pezzi sotto lo scalpello di Jeff Koons, artista
americano che dedica un'opera d'arte all'attrice, ne diventa amico e nel giugno del 1991
la sposa. Dal matrimonio nasce un figlio, Ludwig.
Non appena il legame tra i due coniugi si esaurisce, Ludwig viene conteso con tentativi
di rapimento, liti, fughe e botte.
Inizia così per Ilona Staller una lunga battaglia legale, in cui si vede inizialmente
privata del figlio, nel 1995, per poi riacquisirne la custodia con l'ultima sentenza della
Corte costituzionale, nel 1998.
Da qualche anno Cicciolina ha ripreso l'attività artistica prevalentemente presentando
spettacoli.
Nel gennaio del 2002 Cicciolina si è buttata nuovamente nell'agone politico,
Nel 1987 la giornalista e conduttrice tv Alda D'Eusanio scrive un libro dal titolo: Il
peccato in parlamento. Chi ha paura di Cicciolina?"
presentandosi come indipendente nelle elezioni parlamentari ungheresi per il seggio
di Kobanya-Kispest, uno dei quartieri proletari di Budapest.
Malgrado il suo sbandierato amore per l'Ungheria, per cui prometteva di fare grandi
cose, i cittadini non hanno appoggiato l'iniziativa bocciandola alle elezioni.
Non contenta torna in Italia con l'intenzione di candidarsi per diventare il nuovo
sindaco di Monza. Il suo programma politico prevede un punto piuttosto audace:
trasformare la Villa Reale in un casinò. L'obiettivo non riscuoterà successo. Nell'agosto
del 2004 un nuovo annuncio: intende candidarsi alla poltrona di sindaco di Milano alle
elezioni amministrative del 2006; questa volta la sede del casinò proposta è il Castello
Sforzesco.
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