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Lucio Battisti

Lucio Battisti
Da: La foto del giorno Pubblicato In: Settembre 09, 2025 Visualizzato: 36

Lucio Battisti

Lucio Battisti, indimenticabile cantautore nasce a Poggio Bustone, paese di collina in
provincia di Rieti, il 5 Marzo 1943. Come in tutte le cose che riguardano Battisti, uomo
che è sempre stato gelosissimo della sua privacy, al punto da scomparire per anni dalla
luce della ribalta, poco si sa della sua primissima infanzia: le rare testimonianze
raccontano di un bambino tranquillo, abbastanza chiuso e con problemi di peso.
La famiglia, integrata dalla sorella Albarita, è del tipo piccolo-borghese che va per la
maggiore nell'Italia di quegli anni: mamma casalinga e padre impiegato alle imposte di
consumo. A Poggio Bustone comunque il cognome Battisti è molto diffuso, non a caso
mamma Dea si chiamava Battisti anche da nubile. Nel 1947 la famiglia si trasferisce a
Vasche di Castel Sant'Angelo vicino Rieti e tre anni più tardi a Roma; durante le varie
vacanze estive la città natale rimarrà una meta fissa.

A fronte di questo vuoto informativo, a fatica colmato dai biografi, viene in soccorso
una dichiarazione del cantautore stesso, rilasciata in un'intervista del dicembre 1970
per la rivista Sogno: "I capelli ricci li avevo anche da bambino e così lunghi che mi
scambiavano per una bambina. Ero un ragazzino tranquillo, giocavo con niente, con una matita,
con un pezzo di carta e sognavo. Le canzoni sono venute più avanti. Ho avuto un'infanzia
normale, volevo fare il prete, servivo la messa quando avevo quattro, cinque anni. Poi però una
volta, siccome parlavo in chiesa con un amico invece di seguire la funzione - io sono sempre
stato un grosso chiacchierone - un prete ci ha dato uno schiaffo a testa. Magari dopo sono
intervenuti altri elementi che mi hanno allontanato dalla chiesa, ma già con questo episodio
avevo cambiato idea".

Nella capitale Battisti frequenta le scuole elementari e medie e si diploma come perito
industriale nel 1962. Naturalmente è già da tempo che imbraccia la chitarra e canta
canzoni sue o di altri, girando con amici fra alcuni locali, anche se la sua ambizione
mano a mano che il tempo passa diventa sempre più quella di voler intraprendere la
professione di cantante. Il padre Alfiero non si trova d'accordo con le scelte artistiche
del figlio, ancora puramente abbozzate. Si dice che in una delle tante discussioni in
proposito, Alfiero abbia addirittura rotto in testa a Lucio una chitarra.
La prima esperienza in un complesso musicale è nell'autunno 1962 come chitarrista de
"I Mattatori", gruppo di ragazzi napoletani. Arrivano i primi guadagni, ma non sono
abbastanza; ben presto Lucio Battisti cambia complesso e si unisce a "I Satiri". Nel 1964
il complesso si reca a suonare in Germania e Olanda: un'ottima occasione per ascoltare
la musica di Dylan e degli Animals. Il primo ingaggio di Battisti solista arriva quando
lo chiama il Club 84 di Roma.

Il cantante dimostra subito di avere le idee chiare e una buona dose di ambizione; da
quella esperienza ricava la netta sensazione che suonare in gruppo non gli piace e così
decide di tentare la fortuna da solo a Milano, considerata al tempo una sorta di "Mecca"
della canzone. Qui, diversamente da molti suoi coetanei che per sbarcare il lunario
accettano lavori alternativi, non si piega a soluzioni di compromesso e, barricato per
settimane intere in una pensione di periferia, persegue senza distrarsi un unico scopo:
prepararsi al meglio in attesa dell'incontro con un discografico importante.

Nel 1964 compone assieme a Roby Matano le sue prime canzoni, per poi approdare al
primo 45 giri, "Per una lira". Il fatto curioso è che i produttori decisero di non mettere il
suo volto in copertina perchè ritenuto di scarso "appeal". Così si ricorse ad un
compromesso, mostrandolo a figura intera, di spalle, abbracciato a un ragazza, mentre
sui due campeggiava la riproduzione di una liretta, monetina già a quel tempo assai
rara.
Nel 1965 l'incontro determinante con Giulio Rapetti, tra i più noti "parolieri" del
panorama italiano, sotto lo pseudonimo di Mogol. I due trovano una giusta forma di
simbiosi che durerà felicemente per oltre tre lustri, durante i quali assieme scriveranno
alcune pietre miliari della musica leggera italiana.

Nel 1968 con "Balla Linda" Lucio Battisti partecipa al Cantagiro; nel 1969, in coppia con
Wilson Pickett, presenta a Sanremo "Un'avventura". L'affermazione decisiva arriva
nell'estate seguente, al Festivalbar, con "Acqua azzurra, acqua chiara". Ma gli anni di
Battisti sono stati indubbiamente i '70 e gli '80, inaugurati con due canzoni di grande
successo, "La canzone del sole" e "Anche per te", incise per la sua nuova etichetta, da lui
stesso fondata con alcuni amici e collaboratori, e che porta il nome emblematico di
"Numero Uno". Da quel momento in poi scandisce serie impressionanti di successi, di
veri e propri capolavori, tutti al primo posto nelle classifiche. Inoltre forse non tutti
sanno che Battisti è stato anche autore per altri, editore e discografico, distribuendo
successi per Mina, Patty Pravo, il complesso Formula Tre e Bruno Lauzi.
Ma il grande successo ottenuto non ha scalfito quella dimensione intimistica e familiare
che Lucio Battisti ha sempre privilegiato nella sua vita. Caratteristica più unica che
rara, ha mantenuto il contatto con il pubblico solo attraverso i suoi dischi e qualche
sporadica intervista concessa alla stampa, ignorando televisioni e concerti, ritirandosi
in campagna. Per realizzare prodotti migliori e all'altezza delle sue aspettative,
dapprima istituì una sala di registrazione personale direttamente in casa e in seguito,
alla ricerca di un suono sempre più moderno, cercò studi ottimali in Inghilterra o negli
Stati Uniti.

I suoi dischi sono sempre stati il frutto di un lavoro lungo e meticoloso dove nulla è
stato lasciato al caso, nemmeno la copertina. Le conseguenze di questo scrupolo sono
stati i costi assai elevati di molte delle sue produzioni, anche se il prodotto finale non
ha mai tradito le aspettative né di chi lo aveva realizzato o aveva concorso a realizzarlo,
né del pubblico cui era destinato.
Il 9 settembre 1998 Lucio Battisti si è spento, suscitando enorme clamore e commozione
in Italia, il Paese che lo ha sempre amato e sostenuto malgrado la decennale assenza
dalla ribalta mediatica. Ricovero e malattia, prima del decesso, sono stati dominati dal
silenzio quasi assoluto sulle reali condizioni di salute.
Oggi, dopo la sua scomparsa, la sua casa di residenza è oggetto di un'inarrestabile via
vai di fan o semplici curiosi. Vista l'affluenza, una scala appositamente costruita
permette di osservare da vicino il balcone dove l'artista, da giovane, suonava la sua
chitarra.

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